Oltre le Aspettative: Come l’Empoli è Diventato la Sorpresa della Serie A
Tra i principali candidati alla retrocessione a inizio stagione, l’Empoli ha fatto del pressing l’arma che lo ha portato lontano dalla bassa classifica. Utilizzando i dati di Wyscout, analizziamo le tattiche dietro il loro capolavoro difensivo.
Alla vigilia della partita tra Milan e Atalanta, a Paulo Fonseca è stato chiesto un parere su una vecchia dichiarazione di Pep Guardiola, secondo cui affrontare l’Atalanta era come finire tra le grinfie del dentista. «Capisco perfettamente quello che ha detto Pep. Io, però, qui in Italia vado ogni settimana dal dentista, è normale. L'Empoli, magari ha qualità diverse, ma il modo di giocare è lo stesso».
Quello di Fonseca è stato un grande elogio alle peculiarità del calcio italiano. Quando il tecnico portoghese dice che il modo di giocare è lo stesso tra Atalanta ed Empoli, ovviamente generalizza, ma coglie il punto per quanto riguarda la tendenza tattica più consolidata della Serie A: la difesa con riferimento sull’uomo resa popolare da Gasperini e reinventata in maniera più o meno ortodossa dalla maggior parte degli altri allenatori con pochissime eccezioni.
Roberto D’Aversa fino a qualche anno fa aveva poco in comune con Gian Piero Gasperini, ma oggi nemmeno lui, ad Empoli, può fare a meno di determinati principi. Anzi, per il modo in cui applicano la fase difensiva, i toscani possono essere considerati come la squadra più rappresentativa della Serie A, quella che riesce a sintetizzare meglio ciò che distingue la fase di non possesso di buona parte degli allenatori italiani rispetto al resto d’Europa. L’Empoli quando pressa alto lo fa con l’uomo come riferimento, con l’obiettivo di mantenere i ritmi sotto controllo. Allo stesso tempo, nel corso dei 90 minuti pondera bene quando aggredire e quando invece abbassarsi.
Il risultato è che oggi l’Empoli è la quinta miglior difesa della Serie A con 16 gol subiti, solo uno in più dell’Inter: uno score migliore di Milan, Atalanta e Lazio. Dato ancor più importante per tifosi e società: ad oggi gli azzurri occupano il decimo posto in classifica, lontani cinque punti dalla zona retrocessione. Un risultato insperato viste le premesse con cui partiva la stagione.
In estate, infatti, l’Empoli aveva perso l’allenatore della salvezza, Davide Nicola, e molti dei suoi giocatori più importanti. Gli stravolgimenti erano stati tali da spingere il presidente Corsi a parlare con un certo fatalismo: «Salvarsi quest’anno mi sembra molto dura, ci proveremo».
Fino ad ora, la squadra sta facendo di tutto per mettere il cammino verso la salvezza in discesa. Buona parte del merito, come lasciano intuire i numeri, va ricercato nella fase difensiva.
L’Empoli è solito disporsi con un 3-4-2-1/3-5-2, a seconda degli uomini tra centrocampo e attacco. Nel momento di scegliere la formazione, D’Aversa parte sempre dalle sue certezze tra porta e difesa: Devis Vásquez era arrivato al Milan dal campionato paraguaiano senza che nessuno sapesse niente di lui e oggi, ad Empoli, è uno dei portieri migliori del campionato; davanti a lui si dispongono Goglichidze a destra, Ismajili al centro e Viti a sinistra.
Di solito, soprattutto in casa, l’Empoli inizia le partite in maniera aggressiva. Contro avversari che impostano con tre difensori, se gli Azzurri partono col 3-4-2-1 o 3-4-1-2 i tre giocatori offensivi si accoppiano ai tre centrali avversari; se invece l’Empoli gioca col 3-5-2, ad alzarsi sulla linea delle punte per pareggiare gli avversari in costruzione è la mezzala sinistra. Per il resto, gli esterni salgono sugli esterni, mentre difensori e mediani si dividono il resto dei giocatori avversari, con i terzi di difesa chiamati a seguire l’uomo anche oltre la metà campo.
Quando invece gli avversari impostano a quattro, se l’Empoli è schierato col 3-4-2-1 sulla linea dei tre giocatori offensivi si alza l’esterno destro Gyasi per pressare 4 contro 4, mentre l’esterno opposto Pezzella rimane più basso in maniera asimmetrica. Se invece l’Empoli adotta il 3-5-2, Gyasi continua ad uscire sul terzino sinistro, mentre ad uscire sul terzino destro è la mezzala sinistra.
Questo tipo di atteggiamento induce gli avversari a non rischiare in costruzione, perché l’Empoli ha grande impatto fisico in mezzo (e il Verona ha subito due gol identici perdendo palla al centro sul pressing). Se il possesso si sposta verso la fascia, l’Empoli stringe in prossimità della linea laterale, mentre gli uomini del lato opposto si abbassano a presidio degli spazi. Se, invece, gli avversari giocano lungo, tocca ai difensori vincere i duelli. Si tratta di una strategia difensiva che anche quando non crea occasioni dal recupero palla permette di mantenere il ritmo sotto controllo, visto che per gli avversari giocare diventa scomodo.
Di norma, comunque, col trascorrere della partita l’Empoli inizia ad abbassarsi. La prima linea non pressa più la costruzione avversaria, la squadra si ricompatta in un 5-3-2 che non perde il riferimento sull’uomo, anche se ovviamente più ci si avvicina alla propria porta meno si può seguire in maniera fissa l’avversario e bisogna prestare maggior attenzione allo spazio.
È una differenza d’atteggiamento che fa si che l’Empoli abbia il sesto PPDA più alto del campionato, 13,66.
Che pressi in alto o che si abbassi, in ogni caso, la fase difensiva dell’Empoli è improntata sui duelli, tant’è vero che è sia la squadra che ingaggia più duelli difensivi del campionato (59,01 ogni 90’, vincendone il 61%), sia quella che commette più falli (13,77 ogni 90’).
Come si traduce tutto ciò in termini di produzione offensiva degli avversari? In altre parole, quanto concede l’Empoli, che tra l’altro è la squadra che lascia maggiormente il pallone agli avversari in Serie A visto che di media ha solo il 39,2% del possesso palla?
Come detto, i numeri crudi dicono che si tratta della quinta miglior difesa. Gli xG, però, mostrano un’overperformance piuttosto notevole. Gli azzurri sono la squadra con l’escursione più ampia tra gol subiti (16) e xG concessi (24,26, undicesimi in Serie A): + 8,3.
Di solito la prima mezz’ora e l’inizio del secondo tempo sono momenti in cui è più facile tenere sotto controllo la situazione e organizzare il pressing. Non stupirebbe se questa fluttuazione fosse dovuta anche al modo in cui l’Empoli alza e poi abbassa il baricentro.
Si potrebbe obiettare che l’Empoli dovrebbe prolungare i suoi momenti di pressing dentro la partita, ma è difficile, soprattutto contro avversari di livello più alto, mantenere la stessa aggressività nel corso dei 90 minuti.
D’Aversa, per il modo in cui alterna le altezze a cui difende, deve aver fatto bene i suoi calcoli e di questo passo la salvezza potrebbe arrivare ben prima di quanto si aspettasse il presidente Corsi.